Presepe Vivente

L'origine del Presepio Vivente nasce da un'altra cerimonia che si svolgeva dal 1963 chiamata “L'arrivo dei Magi”; tre bambini vestiti da Re Magi accompagnati rispettivamente da una bambina con i propri doni preparati dalle terziarie, partivano dalla Chiesa di Sant'Antonio Abate accompagnati dai canti natalizi diffusi dall'altoparlante, entravano in Chiesa durante il Vangelo della messa delle 9.30 e mettevano simbolicamente i doni sull'altare dicendo ad alta voce il loro significato, dopodiché si sedevano a sinistra dell'altare per tutto il resto della messa. 
Il 25 Dicembre del 1971, un gruppo di francescani, grazie all'impegno di Padre Annibale Mancini rappresentarono dopo la Santa Messa di mezzanotte per la prima volta il Presepio Vivente, allestendo il prato adiacente il Convento Sant'Angelo.
L'iniziativa nel corso degli anni ha subito numerosi cambiamenti nel copione, nella scenografia e nella recitazione suscitando un interesse sempre maggiore ed un apprezzamento dalla popolazione locale ed acquisendo una notevole risonanza in ambito regionale.
Nel 1977 si formò un comitato che si riuniva tutti i mesi, facendo così assumere a questa manifestazione il carattere di un vero e proprio spettacolo.
Tutto ciò continua tutt'ora tanto che l'organizzazione e la realizzazione operativa è curata da un comitato di 30 persone, mentre coloro che danno vita al presepe stesso sono più di 70.
Il presepio nel corso della sua storia si è esibito anche in altre città: Roma - Piazza di Spagna (1991); Segni (1994); Greccio (1997); Nettuno - Borgo Medievale (1999); Roma - Piazza Vittorio (1999); Ardea (2000); Amalfi (2000); Roma - Giardini del fossato di Castel Sant'Angelo (2002); Weiler - Germania (2005) e Tursi (2006); Assisi (2007). 
 
LE SCENE RAPPRESENTATE
 
ANNUNCIO A MARIA
VISITA AD ELISABETTA
GIUSEPPE IL GIUSTO 
EDITTO
NASCITA DI GESU'
MANIFESTAZIONE AI PASTORI
CIRCONCISIONE E PURIFICAZIONE
ARRIVO DI ERODE
MANIFESTAZIONE AI SAPIENTI
SAPIENTI ALLA CAPANNA
FUGA IN EGITTO
STRAGE DEGLI INNOCENTI
RITORNO A NAZARETH
EPILOGO