CHIESA SANTA MARIA MAGGIORE

Uno dei monumenti simbolo del fiorente passato valmontonese è certamente la Chiesa della Collegiata, considerata un po' il duomo di Valmontone. Realizzata dall'architetto Mattia De Rossi, allievo prediletto del Bernini, la Chiesa di S. Maria Maggiore, la maestosa Collegiata dedicata alla Vergine Assunta in cielo, è situata accanto al Palazzo Doria Pamphilj ed è considerata l'opera più significativa di Valmontone.
 
Commissionata dal principe Giovanni Battista Pamphilj-Aldobrandini, al fine di continuare la grandiosa opera di rinascita iniziata dal padre con la costruzione del palazzo, scegliendo, l’architetto De Rossi che pochi anni prima aveva collaborato alla realizzazione del palazzo Pamphiliano, completando così il grande complesso barocco che è posto sul punto più elevato della città e centro dell'ambizioso progetto che vedeva la creazione d’una ideale “città pamphiliana”.
 
I lavori iniziarono nel 1685 e terminarono quattro anni dopo, nel 1689. L'intervento del De Rossi consistette inizialmente nella demolizione della precedente chiesa gotica ( a tre navate con mosaico pavimentale, investita del titolo di collegiata nel 1638 da un Apostolico di Urbano VIII zio del principe dell'epoca Taddeo Barberini) e dunque nella riedificazione. Il progetto della chiesa si ispira alla borrominiana Chiesa di Sant' Agnese in Agone di Roma.
 
La facciata serrata da due campanili gemelli è snella ed elegante; è preceduta da una gradinata e da un ampio portico semicircolare mentre l'impianto generale presenta delle affinità con la chiesa di S. Maria in Montesano a Roma. La Collegiata è sormontata da un imponente cupola ottagonale che dà immensa luce all'interno. Venne consacrata dal vescovo di Segni Pietro Corbelli il 27 maggio 1703.
 
L'interno è ellittico in perfetta linea con lo stile barocco per la sua intrinseca dinamicità. Sopra il ballatoio della porta maggiore vi è un moderno e armoniosissimo organo, realizzato dalla ditta Augusto Bevilacqua di Torre de' Nolfi di Bugnara (AQ) nel 1981. La balaustra in legno dorato fu donata dal principe Doria Pamphilj che l'aveva tolta dalla chiesa di S. Agnese di Roma; essendo la balaustra più stretta di qualche metro,furono fatte delle aggiunte di legno non dorato tuttora presenti. Nella porta destra si trova il vecchio battistero alla cui sommità c'è una pittura realizzata da Serafino Lisa raffigurante S. Giovanni Battista che battezza Gesù Cristo. La vasca del Fonte battesimale, unico blocco di pietra , è la stessa dell'antica chiesa del secolo XII. Anche la piccola acquasantiera, a sinistra della vasca, è del medesimo secolo. Attigua alla Fonte battesimale c'è il sepolcro dove sono conservate le spoglie del Cardinale Oreste Giorgi che fu tra l'altro restauratore della medesima Collegiata. La chiesa ha otto cappelle, sei di uguali dimensioni e coperte da volte a botte,e due di maggiori dimensioni tutte ricche di quadri dipinti da celebri pittori. Entrando, a destra, troviamo la cappella della Crocifissione o della Santissima Croce. Il quadro, opera di Giacinto Brandi (1623-1691) rappresenta il SS.mo Crocifisso, la Madonna, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena ai piedi della croce. L'autore è riuscito a dare ai singoli personaggi il senso del dolore composto e rassegnato alla volontà di Dio. Il quadro della seconda cappella opera del Padre Andrea Pozzi gesuita (1624-1709) rappresenta San Francesco d'Assisi e S. Antonio da Padova ; il pittore però non riusci a portare a termine l'opera. La terza cappella è dedicata alla Beatissima Vergine del Rosario. L'autore del quadro è Agostino Scilla (o Mattia Preti) detto il Cavalier Calabrese(1613-1699); in esso vi sono rappresentati la Madonna, S. Caterina da Siena e S. Pietro Martire. Intorno erano i misteri del S. Rosario opera di Onafrio Avellina e furono fatti dipingere da Innocenzo Marchetti nel 1733. Nella sacrestia, fino al 1835 si poteva ammirare un Madonna col bambino in grembo detta degli angeli perché circondata da essi, opera in legno del Pinturicchio,dipinta nel 1513. Degno di ammirazione, è il bellissimo quadro della Beata Maria Vergine con in braccio Gesù Bambino opera di Giovanni Conca, autore quest 'ultimo di un dipinto di San Luigi Gonzaga. Nel centro del presbiterio c'è il magnifico altare maggiore, di marmo, ricco di metalli dorati, dedicato alla Madonna Assunta in Cielo. Dietro l'altare c'è il coro di 17 stalli, la pala dell'altare maggiore è opera del pittore Lorenzo Gramiccia da Cave che lo dipinse appositamente su richiesta della principessa Donna Olimpia Caffarelli Pamphilj nel 1756. Sulla parete destra dell'altare maggiore c'è un dipinto ad olio, di autore ignoto che rappresenta S. Michele, mentre nella parte sinistra troviamo un quadro del XVII sec. rappresentante la Vergine Santissima e due evangelisti. La quinta cappella è la più ricca e preziosa ed è quella della Concezione o Fonte Battesimale. In essa si conservano alcuni pezzi preziosi dell'antica chiesa; sulla destra troviamo una elegantissima acquasantiera del XII sec., sulla parete destra c'è un quadro di autore ignoto di una Madonna con Bambino. Nel centro della cappella c'è il prezioso altare dove è ancora visibile sul gradino una striscia di mosaico dell'antica chiesa gotica; la nicchia di marmo, che poggia su di esso è del 1500. Dentro la nicchia c'è la moderna statua lignea della Madonna del Suffragio. A sinistra dell'altare è situato il fonte battesimale e vicino ad esso c'è la custodia degli Oli Santi. Ma il quadro più imponente è quello della Natività rappresentante la nascita del Redentore opera Bassano Da Ponte del 1622. Nella sesta cappella vi è un quadro della SS.ma Annunziata di Ciro Ferri non terminato a causa della morte dell'autore. In una nicchia della settima cappella è situato l'imponente trono e la statua di S. Luigi Gonzaga patrono di Valmontone. Il trono fu disegnato da Andrea Busiri-Vici. L'ottava cappella è dedicata a S. Nicola da Bari,il quadro, opera di Lucatelli e ritoccato dal maestro Ciro Ferri rappresenta San Nicola, Sant’Ilario, San Benedetto Abate, e San Bernando nell'atto di calpestare l'eresia. La Collegiata nel periodo bellico subì enormi danni ma grazie a Don Paolo Cocchia venne rimessa a nuovo e grazie a Don Franco Risi che nel 1981 l'arricchì di un nuovo organo e nel 1984 di un orologio elettronico che la resero ancora più bella ed un po' più moderna.