Convento Sant'Angelo

Il luogo dove si erige il convento S. Angelo, si narra che fosse sempre stato sacro, poiché si presume che un tempo, sulla stessa angusta collinetta che oggi ospita il convento, si erigesse un tempio pagano dedicato al dio Mercurio e poi consacrato al culto cristiano. Il primo vero complesso religioso che vi si stabilì e che lo eressero nell' VIII sec. furono i PP. Benedettini di Subiaco e la croce stazionaria di marmo, scolpita sul retro di una pietra sacrificale, attualmente collocata nel chiostro del Convento, è una conferma della presenza dei PP. Benedettini nella città. Presto però, a causa delle sfortune dell'ordine, il complesso passò all'Ordine dei Frati Minori nella prima metà del 1200. Con l'arrivo dei Francescani, la chiesa e il monastero, che dai Benedettini erano stati dedicati a San Zosimo, furono invece posti sotto la protezione di S. Michele Arcangelo e da allora il colle venne denominato colle S. Angelo. Il convento nel passato, è stato meta di numerosi pellegrinaggi, perché era considerato un Santuario Antoniano, in esso si conserva un dito di S. Antonio da Padova.
Nel corso del '700 il convento subì una serie di restauri che interessarono varie parti del complesso tra cui il refettorio, commissione probabilmente finanziata dai Doria Pamphilj come fa pensare la presenza in questo ambiente dello stemma in marmo della famiglia. Gli anni napoleonici furono molto pesanti per il convento; per due volte i frati furono mandati via e il convento fu chiuso per essere riaperto solo nel 1814. L' unificazione d'Italia e le leggi anticlericali del 1866 ne provocarono una nuova chiusura nel 1875 protrattasi per ben 23 anni ,fino al 1898 quando due ministri dell' Osservanza acquistarono il convento e lo restituirono ai frati che vi rimasero fino alla seconda guerra mondiale che lo distrusse quasi completamente.
Il 25 maggio del 1944, la chiesa, il campanile e le due ali, quellasettentrionale e quella orientale , del convento furono polverizzate.
 
Seguirono gli interventi di ripristino delle ali rimaste in piedi per alloggiarvi le famiglie rimaste senza casa. Nel 1953 veniva affidato all'architetto Pietro Vespasiani l'incarico della ristrutturazione dell' intero complesso. La chiesa fu riedificata in una posizione del tutto nuova rispetto alla posizione del precedente edificio francescano e alla conclusione dei lavori risultò più ampia e luminosa di prima.
 
La parte più antica e preziosa del convento è il chiostro, decorato ad affresco da un ignoto autore seicentesco. Sempre nel chiostro sono attualmente visibili le due campane donate nel 1523 e nel 1744 e la marmorea croce stazionaria benedettina. Gli affreschi nelle lunette raffigurano scene della vita e i miracoli di San Francesco. Molti degli affreschi furono duramente compromessi dai bombardamenti, oggi però possono essere ammirati interamente grazie agli interventi di restauro e grazie al lavoro del pittore valmontonese Piero Casentini che nel 1991 ridipinse ex novo le 9 lunette perdute. I temi rappresentati nelle lunette sono:
 
01) Cristo approva la Regola
02) Il Cantico delle Creature
03) Il presepio di Greccio
04) Il primo “Pace e Bene”
05) Il sogno di Spoleto
06) Il Crocefisso di San Damiano
07) Conversione di Santa Chiara
08) Prima allusione al Terz’Ordine
09) Il transito di San Francesco
10) Resuscita un giovane annegato
11) Guarisce una donna di Gubbio
12) Converte l’avaro di Spoleto
13) Appare al Capitolo di Arles
14) Risana il Canonico Gedeone
15) Riceve una conferma celeste
16) Duplice risanamento di un lebbroso
17) Estasi di San Francesco