Stanza dell'Acqua

La Stanza dell'Acqua fu realizzata da un allievo del celebre artista Pietro da Cortona, Guillaume Courtois, conosciuto in Italia come Guglielmo Cortese detto il Borgognone, tra il 1658 ed il 1659. L’attribuzione a Cortese della stanza è stata avanzata dalla Prosperi Valenti in base ad alcuni  disegni preparatori  realizzati  dall’artista  per la realizzazione dell’opera. Attraverso falsi stucchi, l’artista suddivise la volta in cinque riquadri all'interno dei quali sono raffigurate scene mitologiche inerenti l'acqua. Al centro di volta, alcuni amorini travasano l'acqua da una conchiglia all'altra mentre altri scagliano delle frecce che alludono alla caduta della pioggia. Sui quattro spazi laterali sono rappresentati:sulla parete alle spalle dell’ingresso, Nettuno, il Dio del mare, in trionfo sulle onde accompagnato da alcuni tritoni; a destra dell’ingresso notevolmente  danneggiato dalle infiltrazione d’acqua, sono raffigurati Proteo, dio marino in grado di assumere varie forme, e le Naiadi, delle creature mitologiche che popolano fiumi e laghi; a sinistra dell’ingresso è rappresentato Polifemo che spia Galatea durante un incontro con Aci. Il Ciclope innamorato della bellissima ninfa, a sua volta innamorata del giovane Aci, dopo aver sorpreso insieme i due amanti accecato dalla gelosia schiaccia il giovane con un macigno. Al momento della morte Aci si trasforma in un fiume, l’omonimo corso d’acqua che un tempo scorreva in Sicilia.